A me è capitato la scorsa settimana. Seppure in apparenza confuso nel frenetico formicaio di gente che va e viene nel centro di Vicenza, l'ho incrociato all'altezza del park Verdi. Il mio "vecchietto che osserva gli scavi" portava un cappellino blu da pescatore, calato con forza sulle orecchie che si aprivano a sventola in una sorta di molle appendice della tesa. Indossava uno stretto impermeabile beige con tasconi (vi ricordate l'Ispettore Gadget?), perfettamente abbinato a pantaloni di velluto marroni e a scarpe di cuoio pesanti.
Ciabattava con flemma, ma con l'aria di saperne davvero una più del diavolo. Una rapida controllatina allo stato del cantiere, una breve sosta per esaminare accigliato qualche particolare sporgendosi col busto in avanti, e poi via, borbottando qualcosa e scuotendo la testa.
Pochi secondi mi sono bastati per capire una cosa importante: un giorno vorrei diventare anch'io un "vecchietto che osserva gli scavi". Primo, perché vorrà dire che Madre Natura mi avrà concesso la fortuna di invecchiare; secondo, perché forse, anch'io, avrò ancora qualcosa da dire e da fare nel formicaio della vita che verrà. Amen.