mercoledì 27 ottobre 2010

Scrivere per vivere?

Gironzolando nei forum mi sono imbattuto in un post davvero interessante. Una ragazza chiedeva lumi in merito a ciò che potesse fare da grande. Il concetto, in soldoni, era il seguente: "ciao, mi piace scrivere, cosa potrei fare nella vita? La copy? L'editor? La giornalista? Aiutatemi, grazie!".
Ora, gli illustrissimi guru della penna (d'oca o a sfera) hanno acceso un dibattito, vivace e articolato, che ha insinuato anche nel mio acerbo cervelletto un quesito esistenziale non indifferente.
Si può scrivere per vivere? O meglio, ci si può davvero guadagnare da vivere scrivendo?
La risposta, come spesso accade, va ricercata nelle sfumature di un concetto più che nella sua univocità.
Che significato diamo al "mestiere di scrivere"?
Una cosa è certa. Dalla mattina alla sera non si diventa acclamati autori di best sellers. Se l'obiettivo è fare breccia nei cuori di milioni di lettori e nei portafogli delle case editrici, l'unica cosa che posso augurarvi una buona dose di fortuna. Troverete moltissime case editrici che apprezzano il vostro lavoro, e vi chiederanno dei soldi per pubblicarlo. Poche che vi aiuteranno veramente. Lo so per esperienze altrui, non perché ci sono passato in prima persona.
Se volete lavorare nel mondo della pubblicità (ed è questo il mio caso), forse avete qualche possibilità in più. Ma non esiste un'effettiva ricetta del successo. Credetemi, l'ho cercata spesso anch'io, ma ahimè, non l'ho mai trovata. Probabilmente gli ingredienti giusti sono il lavoro, lo studio, la dedizione e la passione. Mescolateli, esagerate con le dosi. E leggete tanto, non dimenticatelo. In ogni libro, in ogni articolo, perfino nei titoli dei telegiornali, c'è sempre qualcosa da imparare. Fosse anche imparare cosa NON si deve fare per scrivere bene.
Vi sarete accorti che non ho ancora dato risposta alla domanda iniziale. Giro in largo, ma non arrivo al punto. Avete ragione.
Si può scrivere per vivere? Non lo so. Ci spero. Ci spero tanto. E lo voglio con tutto me stesso.
Ma se non sarà questo il mio futuro, qualcos'altro sarà. Punto.

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