giovedì 17 ottobre 2013

ALLO SPORTELLO. PAZIENZA IM…POSTA.


Sembrava una tranquilla mattina autunnale. Nemmeno tanto autunnale.
Temperatura gradevole, sole splendente, cielo quasi terso.
Proprio la giornata che ti fa pure canticchiare mentre sei in macchina.
Passo davanti all'ufficio postale del mio paese, butto un'occhiata dentro
e vedo che solo tre personcine sono in attesa di sbrigare le loro faccende.
Guardo l'orologio: 9 e 18.
Perfetto! È la mia occasione per pagare quel maledetto bollettino già scaduto.
Entro.
Ho il numero 33. Sui display mi segnalano che i tre sportelli aperti si stanno occupando del, 26, 27 e del 28. Mi accomodo e inizio a guardarmi intorno per ingannare l'attesa.
Noto una macchinetta del caffè nuova di zecca. Mi scappa una risatina. "Viste le code che si formano di solito dovranno riempirla continuamente", penso. Ma non è il giorno adatto per fare della becera ironia. Oggi è un giorno diverso, tra dieci minuti sarò fuori.
Comincio a notare però che al primo sportello le cose potrebbero andare per le lunghe.
Un cittadino, penso marocchino o tunisino dall'accento, non si esprime con più di una dozzina di parole di italiano.
L'impiegata occhialuta denota un certo nervosismo e in cuor suo cerca di non farglielo notare, ma il tono della voce e gli sguardi nervosi ai colleghi e a noi presenti dimostrano come non ci stia riuscendo molto bene. 

Ecco il dialogo:

- Compila il modulo!
- No capito!
- Compila questo modulo.
- No capito!
- Scrivi i tuoi dati qui (indica)
- No conosco scrivere, scusa signora.
- E 'desso cosa fasso mi (sguardo ai colleghi). Ascolta, io non posso compilartelo, vedi quante persone ci sono dietro di te (almeno un'altra dozzina, nel frattempo). 
- Scusa signora, aiuto signora, no scrivo tua lingua.
- Francoooo (nome fittizio), scusame va là, daghe na man a sta persona che mi go da ndar vanti co la gente.

E allora Franco il collega lascia la sua postazione e si va a sedere a uno sportello lontano, chiuso momentaneamente al pubblico. Va beh, mica potevano lasciare un cittadino bisognoso in balia degli eventi no? Nel frattempo noto però che la postazione del Franco viene subito occupata da un signore che in precedenza camminava nervoso nel backstage, osservando il lavoro dei tre impiegati. Ho pensato: "Che figo, il direttore in prima linea, allora non succede solo in Benvenuti al Sud! Giusto, bravo, dai il buon esempio".  Ma il direttore, che altro non era che un tecnico CED in attesa di un momento libero per mettersi a lavorare, si siede, spegne il computer e inizia a cambiare una grossa scheda madre. Mannaggia, la postazione di Franchino sarà fuori uso per un po'. Ne rimangono due e nel frattempo la fila non si smuove.
Ma il Franco aprirà uno sportello nuovo di zecca, giusto? Una volta finita la missione da buon samaritano continuerà a fare il suo lavoro in un'altra postazione? Suvvia, siamo fiduciosi, è una così bella giornata.

Ma quanto ci metterà Franco?

- Allora, vedi, io ti ho compilato il modulo…
- Sì
- Qua ci sono i tuoi dati
- Grazie signore, milli grazie
- Ora, con i soldi che hai in mano devi fare un versamento?
- …..
- I soldi che hai lì…
- Sì…
- Li devi versare tutti?
- No capito
- Tu hai conto in Posta?
- Sì
- Devi versare quei soldi?
- 1.100 euro al mese.
- Non capisco...
- Affitto...
- Cosa c'entra l'affitto adesso...
Franchino è disperato.
- Tu non devi prelevare, giusto? Devi depositare?
- Sì, 1.100 affitto.
- Fammi vedere...hai 400 euro qua...cosa fai, metti in conto?
- No capito...

AHHHHHHHHHHHHHHH.

Spostiamoci al terzo sportello che, nel frattempo, è ancora occupato. La sorridente impiegata bionda sta cercando di convincere l'anziano che ha finito i moduli per il Telepass e che dovrà ripassare più tardi in mattinata. A malincuore e un po' scocciato, il povero ometto capisce che non ha alternative e se ne va mogio mogio.

Blinnnn!
30
Avanti a chi tocca.
E tocca per la precisione a una ragazza di colore che deve ritirare una raccomandata datata agosto. La signora bionda (sempre sorridente) l'avvisa che la raccomandata non c'è più.

- Come no c'è più?
- Eh cara, la raccomandata era di agosto e siamo ad ottobre inoltrato.
- E dov'è ora?
- In Kenya
- Come in Kenya?
- È stata rimandata indietro in Kenya.
- Dove Kenya?
- Nel tuo paese!
- Quale paese?
- Kenya.
- Perché no hai mica qui?
- Perché dopo un po' vengono rispedite al mittente se non vengono ritirate hai capito?
- Ah, capito.

Blinnnn!
31
Bon. Tra due persone tocca a me. Ma riecco il tunimarocchino che torna alla carica. Ora che i moduli sono stati compilati deve tornare dalla sua amica allo sportello due. Ma non ha capito (chi l'avrebbe mai detto?) e non appena si libera il buco lasciato libera dalla smemorata kenyota alla postazione tre ci si infila di prepotenza. La signora bionda lo guarda allibita.

- Prego?
- Scusa tu detto 31 ma io 26, prego. Prima 26 di 31.
- Devi aspettare e tornare dalla mia collega quando ha finito…dov'eri prima.
- Como?
- Torna lì (indica al suo fianco l'occhialuta dello sportello due)…da quella signora lì...
- Si si grazi...

Tocca a una tipa che deve pagare una bolletta ma perde un paio di buoni minuti per sottolineare che qualcuno prima ha imbrogliato: vedendo che nessuno si avvicinava agli sportelli una signorina ha fatto finta di avere il numero che invece non era il suo ehhhhh ma lei l'aveva notata eh sì era arrivata dopo di lei eccome se l'aveva notata perché non ci si comporta mica così sapete e anche voi dovete controllare i numeri se sono quelli che avete chiamato perché qua siamo tutti in fila e abbiamo cento altre cose da fare ognuno ha la propria vita e i propri impegni….

Ansimo.

Blinnn!
32…non pervenuto.

Blinnn!
33…
Eccoci, finalmente.

In un minuto e dieci secondi pago e sono fuori. Tempo stimato totale per l'operazione minuti trentacinque. E penso che ci ho messo più io a pagare un bollettino che i Led Zeppelin a scrivere Stairway to Heaven.

Va bè.

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